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I dati diffusi da Google Trends sembrano impietosi: un orso acrobata e una bambina pestifera stanno spodestando “sua maestà” Peppa Pig nella hit parade dei cartoni più seguiti e ricercati da (adulti e…) bambini in rete. Per la prima volta dalla messa in onda del cartone animato inglese, Peppa non è “la più bella del reame”, almeno a quanto sancito dalle ricerche online, spodestata, chi lo avrebbe mai immaginato, da un prodotto “made in Russia”!!

il grafico Google Trend riferito alle ricerche di Peppa Pig e Masha e Orso

il grafico Google Trend riferito alle ricerche di Peppa Pig e Masha e Orso

I dati sono riferiti solo al nostro paese, ma è quanto mai interessante notare come il monopolio in rosa di Peppa abbia iniziato a vacillare dall’entrata in scena (almeno nelle ricerche online) dell’accoppiata “Masha e l’Orso”.

 

A chi si stesse chiedendo cosa diavolo centra un articolo del genere con la psicologia, consiglio di dare un’occhiata ad una puntata dei due cartoni animati per farsi un’idea di cosa stiamo parlando.

Certamente i due cartoni animati rappresentano due prodotti diversi dal punto di vista del target di età: Peppa Pig (come già scritto in passato) cerca di intercettare un pubblico di “under 3”, mentre Masha sembra muoversi su una fascia leggermente successiva (ma si parla anche di adulti che non se ne perdono una puntata). Tuttavia la differenza più rilevante tra i due programmi è relativa all’immagine di famiglia a cui fanno riferimento.

Ben lungi dall’essere considerato un programma conservatore, già Peppa è sempre stato apprezzato per la visione moderna dei ruoli genitoriali, con una mamma che lavora al computer ed un papà pronto a rimboccarsi le maniche nei lavoretti di casa, tuttavia, in modo ancora più attuale, la situazione di Masha e Orso sembra essere il primo reale tentativo di rappresentazione di una famiglia monogenitoriale: nello specifico un padre-orso e una bambina.

L’orso è un genitore single a tutti gli effetti, in equilibrio tra lavoro (sebbene non così chiaro), casa (cucina, lava, stira, rammenda…), affetti (amici vecchi e nuovi che vanno e vengono, un’orsa contesa con un rivale in amore) e… famiglia: Masha, appunto che, pur avendo un’altra casa, mangia e dorme lì. Proprio come ogni figlio di genitori separati.

Difficile pensare che il successo del cartone animato (e forse la sua stessa origine) non attinga alla situazione sempre più diffusa di genitori single, separati e divorziati che vedono la loro condizione finalmente rappresentata e legittimata da un cartone animato bello, a tratti toccante e divertente.

Il rapporto tra Masha e l’Orso non è descritto con superficialità, ma analizzato in modo approfondito, pur nella semplicità del cartone animato, mostrandone fatiche e soddisfazioni, comprensioni e incomprensioni, proprio come in tanti rapporti tra genitore single (ma potremmo dire anche accoppiato, dato che, in questo, poco cambia) e figlio.

L’assenza dell’altro genitore non è mai posta come problematica, tranne nel momento in cui è Orso a esplicitare il proprio vissuto di solitudine: conformemente a quanto accade in queste famiglie i bambini sono perfettamente in grado (dopo un fisiologico momento di dolore, incertezza e preoccupazione) di comprendere la nuova situazione ed adattarvisi, a patto naturalmente che i genitori stessi per primi siano in grado di farlo. Il fatto poi che questa situazione sia sempre più diffusa, facilita anche la comprensione della distinzione tra la fine del rapporto coniugale tra i genitori e la prosecuzione del rapporto del figlio con mamma e papà, diminuendo (generalmente) il vissuto di imbarazzo da parte del bambino, che non si sente più (come decenni addietro) una mosca bianca nell’essere “il figlio di genitori separati”.

L’impressione che si ha, nel guardare il Masha e Orso è che, al di là della comicità degli sketch e delle gag delle singole puntate, il valore aggiunto di questo cartone animato sia l’intensità con cui è capace di rappresentare un rapporto di un genitore (che si esprime a versi) con una bambina (capacissima di capire anche senza nessuna parola) che, attraverso le difficoltà, continuano insieme il loro cammino.

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