Gli incompiuti. Adulti in crisi esistenziale.
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Cosa succede quando si sperimenta un problema psicologico dentro un nucleo che lega il proprio nome ed il proprio benessere ad un negozio o ad un’impresa “di famiglia”?
Ogni medaglia, si sa, ha due facce, e la stessa cosa vale ovviamente anche per la cosiddetta “famiglia-azienda”, cioè per quella famiglia che lega il proprio nome, o almeno la propria sussistenza ad un’attività commerciale o ad un’impresa nella quale genitori e figli, fratelli e cugini si trovano a condividere non solo lo spazio dell’intimità familiare, ma anche quello “pubblico” della sfera lavorativa.
Vista da fuori questa condizione rappresenta per molti una vera fortuna, specie quando l’attività è florida: un posto di lavoro assicurato e l’inevitabile confidenza con il cuore dell’azienda vengono visti come privilegi preziosi da chi è esterno a situazioni di questo tipo.
Vista dall’interno, al contrario, la situazione non è sempre così rosea, soprattutto a causa dei labili confini tra sfera personale, familiare e pubblica che si vive in queste famiglie, abituate a sovrapporre o identificare rapporti di parentela e di colleganza.
Difendere il proprio spazio personale diventa spesso più difficile, sia per una difficoltà fisica a trovare spazi immuni dalla presenza e dall’influenza familiare sia per il maggiore peso attribuito al giudizio ed alla critica. L’appartenenza al gruppo viene infatti doppiamente cementata dal legame di sangue e da quello lavorativo, rendendo più incisivo e significativo il confronto con l’altro.
Per terapeuti e pazienti è essenziale tenere presenti gli aspetti peculiari di questi sistemi familiari quando viene portato un problema in terapia, pena l’incontrare resistenze e blocchi difficilmente arginabili. Essere parte da sempre di un sistema funzionante secondo determinate regole può rendere difficile rendersi conto della loro influenza sulle scelte più quotidiane come su quelle esistenziali, interferendo con la possibilità di comprendere le ragioni del problema e, quindi,
Porre in evidenza questo legame è il primo passo essenziale, a partire dal quale può essere costruito delle possibili soluzioni.
La ricerca psicologica ha più volte evidenziato come per le persone appartenenti a famiglie di questo tipo sia più difficile affrontare le situazioni in cui i bisogni legati alla sfera affettiva andavano a scontrarsi con quelli della sfera lavorativa: quando i tempi intimi vanno fuori sincronia con quelli aziendali (cambiamenti di vita in momenti in cui l’azienda chiede continuità o trasformazioni lavorative ostacolate dalle esigenze familiari) la tensione generata dal contrasto di bisogni può tradursi in una crisi personale o nei classici sintomi psicologici: ansia, depressione, somatizzazioni, ecc.
Porre in evidenza questo legame è il primo passo essenziale, a partire dal quale può essere costruito un percorso terapeutico che aiuti a costruire un nuovo equilibrio capace di considerare e, possibilmente, conciliare i due mondi della persona: storicamente intrecciati e interdipendenti.
Solo tenendo presente questa dimensione il problema può essere realmente compreso ed interpretato e la tensione risolta, arrivando a trovare un nuovo equilibrio ed un nuovo benessere.