LoveOnline – Quando l’amore nasce in rete

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Negli USA un terzo delle coppie nasce in rete, attraverso social e siti dedicati. In Italia, seppure le percentuali siano inferiori, il trend vede aumentare in modo considerevole il numero di relazioni iniziate on line.

A lungo guardate con pregiudizio e sospetto i siti di incontri e i servizi dedicati all’on-line dating stanno diventando una realtà sempre più importante nel creare occasioni di conoscenza e incontro, sostituendo il vecchio corteggiamento con forme nuove.

Come funzionano le coppie che nascono in rete? Sono simili o diverse dalle coppie che nascono da rapporti off-line?

Molti hanno la convinzione che un rapporto filtrato dalla rete porti con sé una quota di artificio che inquina il rapporto, rendendo la relazione in qualche modo a rischio.

Se la cosa può essere vera per un certo tipo di utenza, al contrario bisogna ammettere che questo tipo di rischio appare più strumentale che reale, dato che anche il caro vecchio abbordaggio poteva prevedere falsificazioni della realtà tali da diventare leggendarie poi tra amici e conoscenti.

La vera differenza tra la precedente modalità e quella attuale consiste principalmente nel modo di approccio: non più fisico, appunto, ma virtuale. Un virtuale che però cerca di coinvolgere sempre di più il piano corporeo, se è vero che video, foto, emoticon e quant’altro vanno integrando sempre di più la tradizionale modalità di chat.

Una sempre maggiore quantità di studi che hanno cercato di comprendere questo fenomeno hanno ormai confermato che la qualità del rapporto delle coppie nate in rete non è diversa da quella delle coppie nate di persona, anzi, in alcuni casi parrebbe perfino migliore.

Grazie (o per colpa) dell’“effetto disinibizione”, cioè quella tendenza a porsi minori filtri quando si opera on-line rispetto a quando si interagisce fisicamente, le persone riescono ad aprirsi più facilmente, ad entrare più rapidamente in intimità, aprendo spazi di conoscenza e confronto che sarebbe stato più difficile creare in contesto “fisico”.

Al contempo la maggiore fluidità delle relazioni online nelle battute iniziali, rende più facile la chiusura di rapporti che si percepiscono già dall’inizio non soddisfacenti, riducendo il rischio di trascinamenti del rapporto, che diventano sempre più difficili da interrompere.

Tutto bene quindi? Conoscere un partner online è un metodo più sicuro?

Certamente no, ogni medaglia ha più facce.

Se la relazione può nascere in un mondo virtuale, prima o poi deve diventare fisica, e in questo senso il problema inizialmente arginato potrebbe subentrare in un secondo momento come determinante. La questione in questi casi non sarebbe tanto se l’altro ci piace o meno (cosa che verrebbe già chiarita dalle prime battute virtuali) quanto l’eventuale distanza tra i partner, o l’insorgere di altre problematiche ambientali o personali inizialmente non evidenti ma ora palesi.

In questo caso, l’eventuale intimità raggiunta online finirebbe per essere paradossalmente un boomerang, perché di ostacolo ad una rottura che però una delle due persone sente necessaria.

Per questo motivo, anche nei rapporti nati in rete, la rapidità di passare poi ad un incontro di persona diventa fondamentale: siti, social e chat possono fungere da canale di incontro, ma non rimanere a lungo il contesto di vita della relazione, che deve passare al versante personale.

Anche dal punto di vista emotivo inoltre si rileva una sostanziale differenza: è innegabile che l’approccio personale chiedesse una maggiore “faccia tosta”, ed una capacità di gestione dell’ansia e della relazione oggi non più necessaria, ad esempio, per un approccio su Tinder, nel quale il rischio di frustrazione è praticamente nullo.

Questo porta ad evitare di mettersi in gioco in un ambito che rappresenta da sempre un’importante palestra personale e sociale, acquisendo quindi un crescente senso di autoefficacia. Certo l’altra faccia della medaglia era che chi vedeva prevalere l’imbarazzo anche in questo ambito, si trovava ulteriormente ostacolato dalla propria difficoltà.

In questo senso è paradigmatico come uno dei limiti riscontrati per alcuni “online lovers” sia il rischio di rimanere incastrati nella dimensione virtuale, dove idealizzazione ed illusione possono ovviamente essere mantenute più a lungo, finendo per preferire questa modalità alla realtà. Questo può portare a tradimenti online con altre relazioni parallele, che possono ovviamente puntare su un alto indice di idealizzazione e un basso fattore di rischio di svalutazione, proprio perché virtuali.

L’idealizzazione dell’altro è infatti un rischio molto elevato quando il contatto è molto filtrato, come in rete, e in questi casi la disillusione al passaggio nella vita reale può portare a facili crolli dell’immagine costruita inizialmente e la ricerca di altri partner ugualmente ideali.

La sfida in questi casi diventa riuscire a resistere alla disillusione mettendosi in gioco con impegno in un rapporto con qualcuno che ci ha mostrato una parte di sé comunque vera, per quanto parziale. Riuscire a trovare una nuova modalità di incontro ed accettazione reciproca è la scommessa da affrontare.

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