Paura da esame, esame da paura
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Luglio 23, 2016
Psicologo, psichiatra, psicoterapeuta, psicomotricista, counselor, educatori, life coach e chi più ne ha più ne metta.
Il catalogo delle figure che si occupano del mondo psicologico è particolarmente affollato e molto spesso alquanto confuso per chi ci si affaccia alla ricerca di un aiuto.
Ma quali sono le differenze tra psicologo e psichiatra? O tra psicologo e psicoterapeuta?
Come orientarsi? Come capire chi o cosa stiamo cercando per orientare la nostra scelta?
Ecco alcune minime ma essenziali nozioni da sapere per operare una discriminazione consapevole della scelta.
Precisiamo subito: sacerdoti, santoni, veggenti, guide spirituali, massaggiatori, parrucchieri sensibili e amici sensibili potranno essere di grande aiuto per qualcuno, ma non possono essere in nessun modo considerati professionisti di questo ambito, nemmeno se molto capaci di far star bene la persona. Ciò non toglie, naturalmente che ciascuno sia libero di confidarsi con chi vuole, fin tanto che sente che la cosa lo fa star bene.
È chiaro che però la gestione improvvida di alcune situazioni potrebbe determinare il peggioramento del quadro clinico, compromettendo le possibilità di risoluzione del problema, quindi… valutate con attenzione la persona a cui vi affidate.
Detto questo, sfogliamo il catalogo di opzioni.
Psichiatra: lo psichiatra è un medico che, presa la laurea in medicina e chirurgia ha scelto di specializzarsi in psichiatria (non neurologia, che è un’altra cosa ancora…), ovvero quel ramo della medicina che si occupa dei disturbi della salute mentale. Se la storia lontana della psichiatria parla di manicomi ed elettro-shock, la storia recente ha rivisto radicalmente le modalità di cura, affidandosi principalmente a terapie farmacologiche e interventi sociali, ma non sono pochi gli psichiatri che vedono nella “cura della parola” una componente fondamentale del loro lavoro, nella consapevolezza (sulla quale ormai non esistono particolari dubbi) che se il farmaco può aiutare a contrastare il sintomo (come e quanto resta però spesso da valutare), nulla può contro le cause psicologiche, emotive e relazionali che lo determinano.
Neuropsichiatra: vale il medesimo discorso fatto per lo psichiatra, ma la specializzazione è la neuropsichiatria infantile, e l’ambito di intervento è principalmente l’età evolutiva (infanzia e adolescenza).
Psicologo: è un laureato in psicologia abilitato alla professione tramite un esame di stato che ne certifica la preparazione. Sono molte le branche di applicazione della psicologia: dal marketing al lavoro, dalla comunicazione alla scuola, ecc. Gli psicologi che si occupano del disagio psicologico nelle sue varie forme sono gli psicologi clinici.
Il lavoro dello psicologo può essere effettuato solo attraverso l’uso del colloquio o tecniche comportamentali, al fine di poter arrivare ad una diagnosi del problema e un intervento sul problema. Sebbene sia convinzione comune che la via psicologica alla risoluzione dei sintomi sia lunga e tortuosa, esistono oggi approcci centrati sul sintomo che, almeno per alcuni quadri sintomatici, tempi di risoluzione vicini a quelli ottenuti dagli interventi farmacologici.
Psicoterapeuta: viene definito psicoterapeuta un medico (non psichiatra) o uno psicologo che abbia effettuato una scuola di psicoterapia e conseguito una abilitazione specifica alla terapia. Le facoltà di psichiatria e neuropsichiatria danno automaticamente la qualifica di psicoterapeuta anche senza effettuare una scuola ad hoc (sebbene poi molti scelgano comunque di frequentarla).
Esistono diverse forme di psicoterapia che, basandosi su approcci teorici differenti, ricorrono a modalità di intervento e di impostazione della relazione anche molto diverse tra loro.
Volendo essere breve, non posso trattare qui le differenze tra le diverse scuole e approcci teorici. Certamente la possibilità oggi offerta di vagliare diversi terapeuti grazie a siti e blog può offrire un assaggio preliminare dello stile terapeutico della persona che si va a incontrare e, magari, fornire alcune indicazioni dell’approccio seguito (sebbene molto spesso dall’esterno sia effettivamente difficile operare una valutazione clinica pienamente consapevole…)
Sessuologo, adolescentologo, psicodiagnosta, ecc.: viene definito in questo modo uno psicologo o un medico che ha effettuato un corso post laurea di specializzazione in uno specifico ambito, che gli offre una maggiore preparazione in quello specifico problema.
Queste sono le figure professionali autorizzate e qualificate ad effettuare un intervento su un disagio psicologico. Altre figure mediche generalmente consultate in questi casi (medico di base, cardiologo e neurologo) spesso offrono comunque un aiuto farmacologico ma, salvo coloro che hanno effettuato appunto una scuola di psicoterapia, non possono offrire un aiuto dal punto di vista della comprensione delle cause del problema, garantendo solo una soluzione-tampone.
Accanto a questi professionisti esiste un ventaglio di figure qualificate ad interventi di accompagnamento e supporto ma che in certi casi possono rappresentare anche il canale principale di intervento.
Educatore professionale: se in passato il titolo era ottenibile con corsi certificati, da diversi anni per ottenere il titolo di educatore è necessaria la laurea in scienze dell’educazione. Questo tipo di figura offre generalmente un tipo di aiuto “concreto”, accompagnando direttamente la persona attraverso la sua quotidianità, offrendo un aiuto, un sostegno e spesso una guida in problemi ordinari. Proprio per il tipo di lavoro svolto, questo tipo di figura non opera in uno studio suo, ma nei contesti di vita della persona: casa, scuola, lavoro, tempo libero, affiancando il “paziente”, la famiglia o il gruppo.
Psicomotricista: è una persona con diploma superiore che segue un corso di abilitazione alla psicomotricità, iscritta ad un albo professionale. La psicomotricità è una disciplina che lavora su alcune funzioni psicologiche (tensione-rilassamento, ritmo-pausa, ecc.) attraverso il canale corporeo e il movimento, utile soprattutto in età evolutiva o in alcune sindromi cliniche che impediscono il lavoro “con la parola”. Richiede un ambiente con materiale specifico per poter essere svolta.
Counselor: è una persona con un diploma superiore che ha conseguito poi un attestato in counselling. Il suo intervento è finalizzato ad aiutare la persona ad aumentare il proprio livello di consapevolezza delle proprie difficoltà e risorse, svolgendo un ruolo di prevenzione del disagio o di accompagnamento ad una consapevolezza di un disagio. Non può però effettuare interventi terapeutici o usare strumenti propri dell’intervento psicologico.
Life Coach: anche in questo caso si parla di un titolo ottenuto tramite un attestato. Il tipo di intervento fatto da un coach è soprattutto un intervento di sostegno e di incentivo motivazionale, per aiutare singoli o gruppi ad affrontare momenti di empasse o di particolare impegno. Anche in questo caso, ovviamente, non è possibile svolgere interventi clinici o usare strumenti propri dell’intervento psicologico.