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Circo della farfallaRaramente capita di incontrare storie intense e potenti come quella narrata in un cortometraggio che avuto modo di scoprire solo di recente, che sta ricevendo molte conferme dal pubblico di internet, chiamato “il circo della farfalla”.

La storia si svolge all’inizio del XX secolo, ed è ambientata nel modo circense e dei side-show, quel mondo triste e ghettizzato dei cosiddetti “fenomeni da baraccone”, un mondo del quale aveva già parlato un altro film estremamente toccante: Elephant Man, dal quale tuttavia questo cortometraggio prende le distanze in modo molto evidente.

Il film contiene al suo interno un messaggio tanto chiaro, potente e pregnante da non necessitare molte parole per un commento che rischierebbe solo di banalizzare e ridurre il valore che le immagini riescono a trasmettere con tanta efficacia e poesia.

Credo tuttavia che ancora più significativa sia la storia dell’attore protagonista del film, il serbo-australiano Nick Vujicic, che in diversi video racconta la sua vicenda esistenziale ed il modo in cui è riuscito a trasformare in modo sorprendente uno degli handicap più invalidanti e limitanti in splendido esempio di vita e forza di volontà.

Dei tanti messaggi che questo film veicola, ce n’è uno in particolare che mi sembra pregnante per chi è alla ricerca di un cambiamento di aspetti insoddisfacenti o dolorosi della propria vita, ed è il messaggio che emerge dal confronto tra il “tipo di spettacolo” offerto dai due diversi circhi del film.

Il primo circo costruito sul dolore e l’orrore, sul limite e sulla mancanza, con uno sguardo che non può che portare alla resa, perchè fermo a contemplare ciò che non c’è, ciò che manca.

Il secondo circo, invece, offre lo spettacolo dell’unicità individuale, dell’irripetibile occasione nascosta dentro ciascuno di realizzare se stessi, anche attraverso le proprie difficoltà, con la consapevolezza che “più grande è la lotta, più glorioso è il trionfo”. È di fronte a questa scommessa impegnativa che si generano l’entusiasmo, la capacità di scoprire e sorprendere, la speranza e la forza di cambiare. La bellezza.

Parole che potrebbero suonare come retorica, se non fossero realizzate nello splendido volo finale nel circo della farfalla.

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