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Nel grande mare della vita di coppia, fatto giornate di tempesta e di bonaccia e navigazioni serene e burrascose, quello del tradimento è uno scoglio contro cui molte coppie vanno ad incagliarsi, uscendone ora malconce, ora affondate, ora trasformate, ma mai indenni.

Non sempre tuttavia chi subisce il tradimento decide di rompere il legame, aprendo la strada alla possibilità per la coppia di superare questo evento.

Frequentemente capita che, giungendo a chiedere aiuto psicologico, la persona tradita ponga al terapeuta la domanda se abbia senso cercare di perdonare e andare avanti, capendo cosa ha fatto sì che le cose andassero così, o se la strada debba essere invece quella della rottura definitiva.

Ma è davvero possibile superare un evento di questo tipo e andare avanti insieme?

Cosa può aiutare un coppia a farlo in modo da uscirne rafforzata?

Quali trappole si nascondono in questo percorso?

Parlare di tradimento significa, innanzitutto, parlare di un fenomeno multiforme: esistono forme di tradimento con significato, percorsi e prognosi talmente diverse che meriterebbero un libro dedicato specificamente all’argomento (che certamente è già stato scritto). Chi lavora con coppie assiste a tradimenti di ripicca, di autoaffermazione o di autosabotaggio, tradimenti veri o inventati, imprigionanti o liberanti, taciuti o minacciati, sbandierati o minimizzati (dal traditore e/o dal tradito), unici o seriali… e per tanti tradimenti, altrettante risposte messe in atto dall’altro partner a determinare un universo di costellazioni estremamente vario ed articolato.

Volendo tuttavia ragionare sulla possibilità di superare realmente la difficile prova del tradimento, è possibile individuare alcuni elementi comuni alle diverse situazioni e che sarebbe bene valutare in partenza, per aumentare la possibilità che il percorso compiuto dalla coppia possa portare a frutti soddisfacenti per entrambi e duraturi, perché realmente cambianti lo status di cose che hanno portato al tradimento stesso.

Il primo elemento assolutamente imprescindibile è legato alla presenza di una disponibilità di entrambi i partner a mantenere viva la relazione: chi ha subito il tradimento e chi lo ha commesso devono quindi sentire che la prosecuzione della relazione è un obiettivo impegnativo ma desiderato, sul quale sentono di poter e voler investire.

Altrettanto importante è che tale investimento non sia fatto “in nome di qualcun altro”, ma per la coppia stessa: tenere insieme un rapporto per figli, genitori, parenti, amici, ecc. è una delle trappole più diffuse e dannose in termini psicologici (soprattutto quando il vincolo è identificato con i figli), nonché uno degli autoinganni più frequenti nelle coppie che non riescono a separasi. Molto spesso il coniuge che decide di “sopportare l’altro per non far soffrire i bambini” nasconde dietro questa giustificazione la propria incapacità di rompere il rapporto, scaricando poi la responsabilità sui figli, che finiscono triangolati nel conflitto. Se da una parte è evidente che una separazione non sarà mai una scelta facile in presenza di minori, dall’altra il tentativo di tenere insieme una coppia con conflitti, accuse e tradimenti più o meno sottaciuti rischia di avere conseguenze ben più gravi ed un clima di tensione che non può che essere dannoso a chi lo vive, figli compresi.

L’interesse a proseguire, per tornare al nostro discorso, non solo deve essere reciproco ma anche personale, indipendente da altri rapporti e relazioni.

A questo aspetto ne segue un altro, cioè la disponibilità alla messa in gioco da parte sia di entrambi i partner, che della coppia in quanto tale.

Da una parte, infatti, nessuno dei due soggetti può partire da un atteggiamento di attribuzione totale della responsabilità dell’accaduto all’altro: sebbene è evidente che il tradimento sia stato attuato ad un certo punto da uno dei due partner che potrebbe quindi passare come quello maggiormente responsabile, al contempo non possono non essere considerati i fattori che hanno portato questa persona al tradimento stesso. È possibile che la persona abbia iniziato a portare lo sguardo fuori dalla coppia non trovando più soddisfazione ad alcune sue richieste all’interno della stessa, o vedendo non più considerati aspetti prima ritenuti importanti.

Trascurare le ragioni che hanno portato a tradire può far aumentare il rischio di un nuovo futuro tradimento, perché i bisogni che hanno portato alla rottura della fedeltà e dell’esclusività del legame, se non riconosciuti, torneranno a bussare alla porta della coppia, che non potrà che tornare ad aprirsi ad intrusioni non gradite.

La messa in gioco della coppia, invece, ha a che fare con la consapevolezza che questa possa rompersi: in sostanza, se si vuole che una coppia riesca a mettersi al lavoro veramente per la propria sopravvivenza, deve partire dal presupposto che essa non sia scontata, che possa rompersi, e che quindi il punto nel quale si decide se proseguire o meno il cammino insieme non è alle spalle, ma davanti a loro. Questo permette a ciascuno di dare il massimo per la coppia, ma anche di sentire liberamente la possibilità di esprimere ciò che funziona e cosa no, e di portare all’altro le proprie richieste in modo più autentico e libero.

Un ultimo aspetto, evidentemente legato ai precedenti è la chiarezza rispetto alle reciproche richieste ed alla reciproca disponibilità a soddisfarle. Lo spauracchio della rottura della relazione, la voglia di chiudere la crisi, la presenza di sensi di colpa e rimorsi possono infatti spingere uno o entrambi i partner a tacere domande importanti, trascurare richieste significative, o ad accettare condizioni troppo onerose, magari perfino incompatibili con i propri bisogni.

Questa cosa non mi sta bene, ma dato che ho sopportato finora, devo andare avanti a sopportare per non vanificare la fatica fatta fin qui”: un pensiero come questo è una trappola mentale estremamente diffusa e pericolosa (spesso alla base anche di situazioni di abuso e violenza cronica), che condanna la persona a restare incastrata in una condizione insoddisfacente, bloccando la spinta al cambiamento.

Come si vede ciascuno di questi aspetti è strettamente collegato con gli altri: nessuno di questi è sufficiente, e tutti sono necessari.

Non esistono ricette dall’esito certo, ma solo premesse utili per un lavoro fruttuoso, grazie alle quali è possibile pensare di iniziare un percorso che aiuti a disincagliare la coppia dallo scoglio trovato e provare, se possibile, a proseguire la navigazione, più forti di prima.

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