Depressione: riconoscerla, capirla, affrontarla
Settembre 12, 2016Teste calde: quando scoppia la rabbia
Ottobre 4, 2016Esiste in rete un fiorire di siti e web che si occupano di psiche e dintorni (tra i quali questo stesso blog, ad onor del vero) che si propongono come obiettivi principali la diffusione di una cultura psicologica più approfondita e favorire il benessere emotivo e relazionale delle persone.
Entrambi gli obiettivi possono essere certamente qualificati come positivi in termini generali, poiché finalizzati a permettere alle persone di aumentare la possibilità di essere di aiuto a se stessi e a chi è loro vicino.
All’interno dell’ampio ventaglio di proposte di questo tipo, esistono tuttavia un’ampia fetta di pagine che, sotto l’etichetta della psicologia e rifacendosi frequentemente a non meglio precisati “studi e ricerche” dispensano una serie di consigli, ricette e trucchi psicologici per contrastare i principali problemi emotivi.
Quali sono questi trucchi psicologici universali?
ecco alcune categorie possibili:
- Mens sana in corpore sano: in questo gruppo possiamo racchiudere quella serie di messaggi che dicono “un modo utile per iniziare a contrastare il tuo problema e cominciare a stare meglio è condurre uno stile di vita sano, mangiare bene, dormire bene, fare attività sportiva e fare cose che ti piacciono”
- la coppia zen: “se vuoi riuscire a vivere al meglio questa relazione (di coppia, familiare, di lavoro, ecc.) cerca di mantenere la calma quando parli, chiarisci il tuo punto di vista, ascolta quello che l’altro ti dice e non arrabbiarti per le cose che vengono dette, cerca di imparare l’arte della mediazione”
- SOS Tata: “per costruire una relazione serena con tuo… figlio, moglie, amico, ecc. cerca di prenderti spazi e momenti da condividere insieme, sii fermo e coerente, ma anche pronto all’ascolto, cerca di metterti nei suoi panni”, ecc.
Possiamo aggiungere forse qualche altra categoria sulla stessa linea, che sono certo si distanzierebbe poco da quelle finora delineate.
Ovviamente, tengo a precisare, nessuno di questi ricettari di per sé ha torto, racchiudendo in sé direttive in linea di principio corrette ma che, per dirla tutta, con la psicologia in senso stretto centrano piuttosto poco, essendo sostanzialmente ricettacoli di buoni consigli, strategie di distensione dei rapporti e problem solving…
Il punto è che, fatto salvo ambiti specifici e limitati, rispetto ai quali una sorta di psico-educazione (cioè un approccio che dia consigli ed indicazioni sul mondo mentale e relazionale alle quali attenersi) può essere di aiuto per imparare a gestire al meglio una determinata situazione, in tutti gli altri casi il problema non è che non sappiamo cosa fare, o cosa sarebbe più opportuno fare.
Ciò che blocca e rende difficile districarsi è che non riusciamo a fare ciò che vorremmo, o esistono spinte contrarie ed ambivalenti che ci portano in direzioni opposte, impedendoci di seguire una linea efficace.
Stando così le cose si finisce per vivere con ulteriore frustrazione il fallimento delle tecniche “suggerite dagli esperti”, come se il nostro caso sia davvero talmente grave e compromesso da risultare irrisolvibile: se anche il trucco non funziona, devo essere davvero una causa persa!
Ma quindi cosa posso fare?
Dire che non esistono formule magiche che dissolvono i problemi non significa che la strada per questa risoluzione sia sempre lunga e tortuosa: esistono percorsi con una loro validità riconosciuta e certificata, che offrono un aiuto in tempi rapidi per la risoluzione o il miglioramento di problematiche anche molto fastidiose. In questi casi un lavoro mirato sul sintomo che infastidisce la persona può portare a vantaggi in tempi brevi e permettere poi di affrontare successivamente, se si vuole farlo, il problema nel suo complesso.
Chiaramente questo tipo di percorsi possono essere affidabili solo quando condotti con professionisti di provata competenza e affidabilità, non certo affidati a terapeuti improvvisati o bigini del benessere.
Come sottolineato più volte anche in altri articoli ciascuno può essere naturalmente libero di attingere alle fonti e modalità di aiuto che sente più utili e costruttive per sé, conformi alle proprie aspettative ed idee di aiuto.
Al contempo però credo che sia onesto e corretto ricordare che nulla come un percorso personale può essere di aiuto per comprendere realmente cosa rende difficile o impossibile districare una situazione o affrontare un problema e che soluzioni banali risolveranno soltanto problemi banali, una categoria concettuale pressoché inesistente quando si ha a che fare con gli esseri umani.